sabato 27 settembre 2008

MEssaggi d'Arte - i partecipanti: Guasca

Guasca presenta, per MEssaggi d’Arte, alcuni dei suoi quadri - realizzati in tecnica mista - facenti parte della serie Atmosfere Romane. La mostra – che, inaugurata a Roma il 17 febbraio scorso, è stata anche oggetto di una mostra itinerante (“Il quadro che cammina”, Natale di Roma, 21 aprile 2008) ed esposta l’ultima volta nel mese di luglio 2008, presso la Galleria “Campus” di Spoleto – rappresenta il tentativo dell’artista di sperimentare un genere nuovo, in cui il figurativo e l’astratto si uniscono.

L’uso sapiente dei colori, la ricerca della luminosità e l’accostamento suggestivo caratterizzano ancora una volta i lavori di questa artista così eclettica.
Scritte e ritagli di giornale rendono le opere molto vive perché costruite attorno a tematiche attuali, sottolineando in particolare l’importanza che rivestono le informazioni nella nostra società: “Il senso dell’arte oggi è cambiato – afferma Guasca - viviamo nella società dell’informazione nella quale bisogna sempre essere aggiornati, la cultura ha perso il suo significato originale, il quadro è morto perché ora serve solo come decorazione e non è mezzo di catarsi”. L’artista in questa esposizione affronta dunque temi quali: la fratellanza, la religione , la chiesa, la tolleranza, il disprezzo per le diversità e la negazione della povertà, esprimendo al contempo una denuncia al degrado, all’indifferenza ed alla corruzione.

Guasca ricorda nei suoi dipinti la Roma di un tempo coniugandola con la Roma attuale, dove storia e cultura si sono perse tra la fretta e la noncuranza. I sentimenti che legano l’artista a Roma emergono con forza: da un lato l’amore per la sua città ("la mia vita è stata un viaggio tra luoghi, culture, Paesi – confida Guasca – ma una città bella come Roma io non l’ho trovata in nessuna parte del mondo"), dall’altro il dispiacere per il degrado, per la divampante corruzione, per l’indifferenza e la poca capacità di ascolto tra gli esseri umani.

La pittrice, che nella sua continua ricerca ha utilizzato le più diverse tecniche espressive, ivi compreso l’astrattismo (“dobbiamo riconoscere che questa, l’astrattismo, è la strada vincente di Guasca” affermava nel 2001 Erina Russo de Caro), torna ora a sperimentare un genere nuovo in cui il figurativo e l’astratto si uniscono e danno vita a delle tele ricche di significato. “Dopo anni di lavoro – sostiene l’artista – ho capito che l’arte astratta può essere difficile da decifrare, io invece voglio esprimere quello che ho dentro e che la mia arte si avvicini alle persone”.

Guasca ha esposto i suoi lavori in diverse mostre in Italia ed all’estero (nel 1998 è stata alla Galerie “La Clef” di Bordeaux, nel 2000 alla Galerie “Le Phenicoptère” di Honfleur, nel 2005 alla Kunstgalerie “Herst” di Berlino, nel 2006 all’Hotel “Concordia Parc” di Cortina d’Ampezzo, solo per citarne alcune).

Ha scritto di lei Ennio Rossignoli: “Guasca lavora senza limiti di materia e di metodo: bronzi, ceramiche, raku, tecniche miste, tempere, encausti, incisioni. Ama il passato, ma lo recupera nell’attualità del sentimento, ne piega i sensi con la forza di una fede incrollabile nelle possibilità dell’artista-demiurgo. Astrattismo? Certo, anche, soprattutto per la rinuncia alla riproduzione mimetica del mondo”.

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